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      In cosifatte aree il tessuto è affatto immutato, né vi si riscontra nessuna emergenza o rialzo speciale. La epidermide è ivi affatto liscia ed immutata. L’unico segnale che tradisce l’area nettariflua è un colore alquanto gialliccio, e, nel caso nostro, la presenza di 5 o 6 formiche, intente a lambirne la superficie. Sono gli unici insetti che per oltre un mese di osservazione vi ho rilevato. Presi uno di questi turioni, lo collocai sotto campana di vetro, col piede immerso nell’acqua, e lo tenni parecchi giorni in osservazione.
      La funzione è fugacissima. Si manifesta in ogni foglia, allorquando essa è la quarta tra le quattro foglie supreme esternamente visibili nella sommità dei turioni. Quando questa foglia diventa in ordine la quinta, la funzione si va estinguendo, e trapassa alla foglia soprastante; e così via discorrendo. La funzione è pertanto assai fugace se la si considera nelle singole foglie, ma viceversa diventa assai diuturna se si considera nei turioni, perocché durante un tempo assai lungo si vanno sviluppando sempre nuove foglie all’apice dei medesimi.
      Abbiamo l’esempio qui di nettarii semplicissimi (epimorfici, senza il minimo inizio d’automorfismo o di metamorfismo). La localizzazione e circoscrizione dell’area secernente, il colorito, la secrezione, ecco gli unici caratteri esterni con cui si rivelano questi nettarii. Malgrado questa semplicità veramente primigenia, la funzione non manca di essere esaltata, vogliasi per l’abbondanza della secrezione, vogliasi per l’efficacia nell’adescare le formiche.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607