Pagina (520/607)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La protezione si riferisce alla epoca e alla vita turionale, come presso parecchie altre monocotiledoni.
      Nettarii ipobratteali. - L’infiorescenza è a racemo semplice, quasi corimbiforme. I pedicelli fiorenti nascono all’ascella d’una brattea di 3-4 mm di lunghezza, semiamplessicaule alla base; e appunto in questa regione basale all’esterno si nota una grossa goccia limpidissima di nettare (ben inteso dopo aver sequestrato l’infiorescenza dall’accesso d’insetti); sulla qual goccia suol essere imprigionata all’apice una bolla d’aria (ossigeno senza dubbio), prova che la regione in discorso esercita ancora la funzione clorofilliana. La secrezione dura assai tempo, come si può desumere dal numero delle brattee contemporaneamente melliflue nella stessa infiorescenza. La superficie secernente comincia ad essere alquanto commutata, in quanto che vi si scorge un rigonfiamento di tessuto, benché poco pronunziato. Tali nettarii ipobratteali vennero già notati da TREVIRANUS (Vermischte Schriften, IV, 1821), come venni a sapere in seguito svolgendo la letteratura dei nettarii.
      Nettarii iposepali. - Se si osserva la base esterna dei due sepali postici o superiori (in fiori non resupinati), ossia dei due sepali che alternano col labello, vi si scorge un piccolo rigonfiamento di color giallognolo. Così sono in ogni fiore demarcate due aree cospicuamente melliflue, di funzione estranuziale. La secrezione comincia uno o due giorni prima dello sbocciamento e continua per parecchi giorni, cioè per buona parte dell’antesi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Vermischte Schriften