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      Ma questo numero è certamente riducibile, e forse al più si può ammettere una dozzina di specie di Triplaris, tutte quante mirmecofile, allo stesso titolo della specie vista da LOEFLING e da AUBLET.
      Quanto alla maniera come si esercita dalle formiche la protezione di queste piante, abbiamo una preziosa relazione di WEDDEL (l.c., p. 262), che qui riproduciamo tradotta.
      Il tronco, i rami e anche i ramicelli più piccoli delle specie di questo genere sono fistolosi e servono d’abitazione ad una formica di una specie particolare che esala, allora che essa è eccitata, un odore assai piacevole, comparabile a quello che effondono le cicindele. Se accidentalmente si urta in un tronco di Triplaris, e sopra tutto se gli si imprime una scossa, veggonsi tosto sbucare a centinaia le formiche dall’interno dell’albero, passando da alcuni piccoli fori o canali; e, se non si allontana al più presto, si è tosto ricoperti da questi ospiti pericolosi, il cui morso è in proporzione doloroso più di quello d’ogni altro insetto.
      E una cosa ben singolare, che, qualunque sia l’epoca della loro vita, esaminando le Triplaris nelle loro native foreste si è sicuri di trovarvi sempre le formiche medesime. Ed è altresì curioso che nell’affinissimo genere Ruprechtia (da alcuni amalgamato col genere Triplaris) non ci sia alcuna specie abitata da formiche.
      Io non credo che quest’insetto sia stato osservato giammai in condizioni diverse da quelle da me notate; la sua forma lineare è particolarmente adattata al suo genere di vita.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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