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      Il più curioso adattamento di una pianta alle protettrici formiche è offerto dalla Cecropia peltata. Che il fusto cavo di questi alberi sia sempre abitato da formiche è un fatto già conosciuto da molto tempo. Anch’io, come BELT, ho trovato costantemente cocciniglie, le quali porgono ai loro allevatori una secrezione zuccherina, ricoverate nelle cavità degli alberi suddetti. Il nemico principale della Cecropia è la Oecodoma, ossia formica tagliafoglie, la quale è posta in fuga dalle formiche acquartierate in dette cavità. La fissazione delle colonie formicarie protettrici è agevolata dalla circostanza, che ognuna delle camere in cui, mediante tramezzi trasversali, è divisa la cavità del fusto, ha nella sua parete verso l’alto un punto assai sottile, che esternamente risponde all’ascella di ogni foglia. Questo punto nei rami giovanissimi è forato dalle formiche fecondate, e quando esse sono penetrate addentro per deporre le loro uova, tosto si chiude e si oblitera per incremento di tessuto; ma dopo dalle mandibole delle operaie nate dall’uova viene riaperto ed è ristabilita libera comunicazione dall’interno all’esterno.
      La presenza delle formiche nell’interno del fusto poco profitto verrebbe ad arrecare alle piante, se queste non possedessero all’esterno un’esca, la quale porgesse incessante motivo alle formiche di escire dalle loro stanze. Questa esca non potrebbe essere miele, perché il miele le formiche lo hanno già copiosamente dalle cocciniglie che allevano. Ed ecco infatti che nella base del picciuolo delle foglie dalla parte inferiore si trova un grosso cuscino piatto, formato da peli assai fitti.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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