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      L’unica differenza consiste nella localizzazione diversa dei singoli tipi generici e specifici; la quale differenza poi è pale-semente dovuta al raffreddamento terrestre.
      Non solo noi non conosciamo le forme di transizione dai tipi gimnospermici agli angiospermici, ma non conosciamo neanche nessun tipo dicotiledone, che, sotto il punto di vista morfologico, possa essere considerato come primordiale.
      Si direbbe che dalle epoche permiana, triasica, giurassica alla epoca della creta dovette intercedere un tempo smisuratamente lungo che non ha lasciato traccia alcuna, e che dovette esistere una vastissima regione, ove esisteva la flora di transizione, inabissatasi poi sotto l’acqua del mare. Forse la risoluzione di questo grande problema geologico dorme nel profondo degli oceani antartici.
      Comunque sia egli è certo che i tipi cretacei sono morfologicamente identici ai tipi attuali; e che, sotto l’aspetto della vegetazione, i tempi geologici vogliono essere divisi in due epoche soltanto, in quella della vegetazione antica, costituita esclusivamente da crittogame e gimnosperme, e in quella della vegetazione moderna, composta da angiosperme e da residui crittogamici e gimnospermici.
      Ciò premesso, nello stato delle cognizioni attuali, si presenta insolubile il quesito intorno al tempo della prima manifestazione della funzione mirmecofila. La quale, per quel che si può arguire, era già fin dall’epoca cretacea sviluppata forse in grado non minore che nella successiva epoca terziaria e nella nostra.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607