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      Stigma pateraeforme. Gynostemium superne tridentatum, dente medio antheram substinenti, mobilem, articulatam, subcordiformem. Loculi antherae duae ambo pollinarium bifissile continentes, absque caudicula ac retinaculo. Ovarium sessile vel subsessile, vix basi contortum. Spica laxi-pauciflora. Ovarium longitudine internodii. Pili adsunt glandulosi rachidi, ovario, perigonio externo nec interno. Folia lanceolata, glaberrima, rigidiuscula, superiora amplexicaulia, inferiora vaginantia.
      Exemplum optimum præstat conjectura quod labellum non folium perigoniale intimum transformatum, sed sit alterum gynostemium infecundum fertili oppositum. Tunc articulus labelli intimus gynostemio tridentato, articulus extimus vero antherae abortivae responsurus.
      Ho riportato per intero questa descrizione, anche perché potrebbe per avventura riuscire di qualche interesse sotto questo aspetto che ho toccato i due principali punti delle dissidenze dei botanici nella maniera di considerare taluni organi fiorali delle orchidee. Siccome in quel tempo ignorava affatto tali divergenze, un giudizio primitivo ed ingenuo potrebbe avere qualche significato.
      Il primo punto sta nel dubbio se quelle appendici poco appariscenti, che si vedono presso alcune orchidee da una e dall’altra parte della base dell’antera, si debbano considerare come due stami abortiti, oppure come processi laterali di un filamento unico, analoghi ai due denti che si riscontrano negli stami di alcune specie di Allium e di altre piante.
      Il secondo punto anche più controverso e arduo da risolvere del precedente, consiste nel diciferare il vero valore omologico del labello.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Allium