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      IX [78] Ritrosi sono coloro che vogliono ogni cosa al contrario degli altri, sì come il vocabolo medesimo dimostra; ché tanto è a dire «a ritroso» quanto «a rovescio». Come sia adunque utile la ritrosia a prender gli animi delle persone et a farsi ben volere, lo puoi giudicare tu stesso agevolmente, poscia che ella consiste in opporsi al piacere altrui, il che suol fare l’uno inimico all’altro, e non gli amici infra di loro. [79] Per che, sforzinsi di schifar questo vitio coloro che studiano di essere cari alle persone, perciò che egli genera non piacere né benivolenza, ma odio e noia: anzi conviensi fare dell’altrui voglia suo piacere, dove non ne segua danno o vergogna, et in ciò fare sempre e dire più tosto a senno d’altri che a suo. [80] Non si vuole essere né rustico né strano, ma piacevole e domestico, perciò che niuna differenza sarebbe dalla mortine al pungitopo, se non fosse che l’una è domestica e l’altro salvatico. [81] E sappi che colui è piacevole i cui modi sono tali nell’usanza comune, quali costumano di tenere gli amici infra di loro, là dove chi è strano pare in ciascun luogo «straniero», che tanto viene a dire come «forestiero»; sì come i domestici uomini, per lo contrario, pare che siano ovunque vadano conoscenti et amici di ciascuno. Per la qual cosa conviene che altri si avezzi a salutare e favellare e rispondere per dolce modo e dimostrarsi con ogniuno quasi terrazzano e conoscente. [82] Il che male sanno fare alcuni che a nessuno mai fanno buon viso e volentieri ad ogni cosa dicon di no e non prendono in grado né onore né carezza che loro si faccia, a guisa di gente, come detto è, straniera e barbara: non sostengono di esser visitati et accompagnati e non si rallegrano de’ motti né delle piacevolezze, e tutte le proferte rifiutano.


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





Ritrosi