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      [171] Alcuni altri sono che soprabondano in parole et in atti cortesi per supplire al difetto della loro cattività e della villana e ristretta natura loro, avisando, se eglino fossero sì scarsi e salvatichi con le parole come sono con le opere, gli uomini non dovergli poter sofferire. [172] E nel vero così è, che tu troverai che per l’una di queste due cagioni i più abondano di cirimonie superflue, e non per altro: le quali generalmente noiano il più degli uomini, perciò che per loro s’impedisce altrui il vivere a suo senno, cioè la libertà, la quale ciascuno appetisce innanzi ad ogni altra cosa.
     
      XVIII [173] D’altrui né delle altrui cose non si dèe dir male, tutto che paia che a ciò si prestino in quel punto volentieri le orecchie, mediante la invidia che noi per lo più portiamo al bene et all’onore l’un dell’altro; ma poi alla fine ogniuno fugge il bue che cozza, e le persone schifano l’amicitia de’ maldicenti, facendo ragione che quello che essi dicono d’altri a noi, quello dichino di noi ad altri. [174] Et alcuni, che si oppongono ad ogni parola e quistionano e contrastano, mostrano che male conoscano la natura degli uomini, ché ciascuno ama la vittoria, e lo esser vinto odia, non meno nel favellare che nello adoperare: sanza che il porsi volentieri al contrario ad altri è opera di nimistà e non d’amicitia. [175] Per la qual cosa colui che ama di essere amichevole e dolce nel conversare non dèe aver così presto il: - Non fu così - e lo - Anzi sta come vi dico io -, né il metter sù de’ pegni, anzi si dèe sforzare di essere arrendevole alle openioni degli altri d’intorno a quelle cose che poco rilevano.


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75