Pagina (41/75)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      [200] E sono ancora di quelle persone con le quali, per l’asprezza loro, in niuna guisa si dèe motteggiare, sì come Biondello poté sapere da messer Filippo Argenti nella loggia de’ Caviccioli. [201] Medesimame
      nte non si dèe motteggiare nelle cose gravi, e meno nelle vituperose opere, perciò che pare che l’uomo, secondo il proverbio del comun popolo, si rechi la cattività a scherzo, come che a madonna Filippa da Prato molto giovassino le piacevoli risposte da lei fatte intorno alla sua disonestà! [202] Per la qual cosa non credo io che Lupo degli Uberti alleggerisse la sua vergogna, anzi la aggravò, scusandosi per motti della cattività e della viltà da lui dimostrata, ché, potendosi tenere nel castello di Laterina, vedendosi steccare intorno e chiudersi, incontinente il diede, dicendo che nullo Lupo era uso di star rinchiuso; perché, dove non ha luogo il ridere, quivi si disdice il motteggiare et il cianciare.
     
      XX [203] E dèi oltre a ciò sapere che alcuni motti sono che mordono et alcuni che non mordono; de’ primi voglio che ti basti il savio ammaestramento che Lauretta ne diede, cioè che i motti come la pecora morde deono così mordere l’uditore, e non come il cane: perciò che, se come il cane mordesse, il motto non sarebbe motto ma villania; e le leggi quasi in ciascuna città vogliono che quegli che dice altrui alcuna grave villania sia gravemente punito; e forse che si conveniva ordinar similmente non leggieri disciplina a chi mordesse per via di motti oltra il convenevole modo; ma gli uomini costumati deono far ragione che la legge che dispone sopra le villanie si stenda etiandio a’ motti, e di rado e leggiermente pungere altrui.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





Biondello Filippo Argenti Caviccioli Medesimame Filippa Prato Lupo Uberti Laterina Lupo Lauretta