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      [204] Et oltre a tutto questo, sì dèi tu sapere che il motto, come che morda o non morda, se non è leggiadro e sottile gli uditori niuno diletto ne prendono, anzi ne sono tediati, o, se pur ridono, si ridono non del motto, ma del motteggiatore. [205] E perciò che niuna altra cosa sono i motti che inganni, e lo ingannare, sì come sottil cosa et artificiosa, non si può fare se non per gli uomini di acuto e di pronto avedimento, e spetialmente improviso, perciò che non convengono alle persone materiali e di grosso intelletto, né pure ancora a ciascuno il cui ingegno sia abondevole e buono, sì come per aventura non convennero gran fatto a messer Giovan Boccaccio; ma sono i motti spetiale prontezza e leggiadria e tostàno movimento d’animo. [206] Per la qual cosa gli uomini discreti non guardano in ciò alla volontà, ma alla disposition loro, e, provato che essi hanno una e due volte le forze del loro ingegno invano, conoscendosi a ciò poco destri, lasciano stare di pur voler in sì fatto essercitio adoperarsi, acciò che non avenga loro quello che avenne al cavaliero di madonna Orretta. [207] E se tu porrai mente alle maniere di molti, tu conoscerai agevolmente ciò che io ti dico esser vero: cioè che non istà bene il motteggiare a chiunque vuole, ma solamente a chi può. [208] E vedrai tale avere ad ogni parola apparecchiato uno, anzi molti, di quei vocaboli che noi chiamiamo bistìccichi, di niun sentimento; e tale scambiar le sillabe ne’ vocaboli per frivoli modi e sciocchi; et altri dire o rispondere altrimenti che non si aspettava, sanza alcuna sottigliezza o vaghezza: - Dove è il signore?


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





Giovan Boccaccio Orretta