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      [247] E bisogna che l’uomo non solo si discosti in ragionando dal versificare, ma etiandio dalla pompa dello arringare: altrimenti sarà spiacevole e tedioso ad udire, come che per aventura maggior maestria dimostri il sermonare che il favellare; ma ciò si dèe riservare a suo luogo, ché chi va per via non dèe ballare, ma caminare, con tutto che ogniuno non sappia danzare et andar sappia ogniuno (ma conviensi alle nozze e non per le strade!). [248] Tu ti guarderai adunque di favellar pomposo: «Credesi per molti filosofanti...», e tale è tutto il Filocolo e gli altri trattati del nostro m(esser) Giovan Boccaccio, fuori che la maggior opera, et ancora più di quella, forse, il Corbaccio. [249] Non voglio perciò che tu ti avezzi a favellare sì bassamente come la feccia del popolo minuto e come la lavandaia e la trecca, ma come i gentiluomini; la qual cosa come si possa fare ti ho in parte mostrato di sopra, cioè se tu non favellerai di materia né vile, né frivola, né sozza, né abominevole. [250] E se tu saprai scegliere fra le parole del tuo linguaggio le più pure e le più proprie e quelle che miglior suono e miglior significatione aranno, sanza alcuna rammemoratione di cosa brutta, né laida, né bassa, e quelle accozzare, non ammassandole a caso, né con troppo scoperto studio mettendole in filza, et, oltre a ciò, se tu procaccerai di compartire discretamente le cose che tu a dire arai, e guardera’ti di congiungere le cose difformi tra sé, come:
      [251] Tullio e Lino e Seneca morale,
      o pure:


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





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