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      [301] Sono alcuni che in andando levano il piè tanto alto come cavallo che abbia lo spavento, e pare che tirino le gambe fuori d’uno staio; altri percuote il piede in terra sì forte che poco maggiore è il romore delle carra; tale gitta l’uno de’ piedi in fuori, e tale brandisce la gamba; chi si china ad ogni passo a tirar su le calze, e chi scuote le groppe e pavoneggiasi: le quai cose spiacciono non come molto, ma come poco avenenti. [302] Ché, se il tuo palafreno porta per aventura la bocca aperta o mostra la lingua, come che ciò alla bontà di lui non rilievi nulla, al prezzo si monterebbe assai e troverestine molto meno, non perché egli fosse per ciò men forte, ma perché egli men leggiadro ne sarebbe. [303] E se la leggiadria s’apprezza negli animali et anco nelle cose che anima non hanno né sentimento, come noi veggiamo che due case ugualmente buone et agiate non hanno perciò uguale prezzo se l’una averà convenevoli misure e l’altra le abbia sconvenevoli, quanto si dèe ella maggiormente procacciare et apprezzar negli uomini?
     
      XXIX [304] Non istà bene grattarsi sedendo a tavola, e vuolsi in quel tempo guardar l’uomo più che e’ può di sputare e, se pure si fa, facciasi per acconcio modo. Io ho più volte udito che si sono trovate delle nationi così sobrie che non isputavano già mai: ben possiamo noi tenercene per brieve spatio! [305] Debbiamo etiandio guardarci di prendere il cibo sì ingordamente che perciò si generi singhiozzo o altro spiacevole atto, come fa chi s’affretta sì, che convenga che egli ansi e soffi con noia di tutta la brigata.


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





Debbiamo