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      E avevo sempre un desiderio estremo di imparare a distinguere il vero dal falso, per veder chiaro nelle mie azioni e procedere con sicurezza in questa vita.
      È vero che, dedicandomi interamente all'osservazione dei costumi altrui, non vi trovai niente che mi sembrasse sicuro; e che notai qui una varietà quasi pari a quella già vista nelle opinioni dei filosofi. Per cui il maggior profitto che ne traevo, vedendo parecchie cose che pur apparendoci molto stravaganti e ridicole vengono tuttavia comunemente accolte e approvate da altri grandi popoli, era quello di non credere con troppa sicurezza a tutto ciò di cui mi avevano convinto solo con l'esempio e con l'uso; così mi liberai a poco a poco di molti errori che possono oscurare il nostro lume naturale, e renderci meno capaci di intendere ragione. Ma dopo che ebbi così impiegato qualche anno nello studio del libro del mondo e nello sforzo di raccogliere varie esperienze, decisi un giorno di studiare anche in me stesso, e di applicare tutte le forze dell'ingegno a scegliere le strade che avrei dovuto seguire. E questo mi riuscì molto meglio, mi pare, che se non mi fossi mai allontanato né dal mio paese né dai miei libri.
     
     
     
      Parte seconda: Le principali regole del metodo
     
     
      Mi trovavo allora in Germania, richiamatovi dalle guerre ancora in corso; e tornando verso l'esercito dopo l'incoronazione dell'imperatore, l'inizio dell'inverno mi colse in una località dove, non trovando compagnia che mi distraesse, e non avendo d'altra parte, per mia fortuna, preoccupazioni o passioni che mi turbassero, restavo tutto il giorno solo, chiuso in una stanza accanto alla stufa, e qui avevo tutto l'agio di occuparmi dei miei pensieri.


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Discorso sul metodo
René Descartes
di
pagine 69

   





Germania