Pagina (35/69)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Di modo che, se spesso ne abbiamo che contengono del falso, non può trattarsi che di quelle che hanno qualcosa di confuso e oscuro, per il fatto che pertecipano in questo del nulla, e cioè sono in noi così confuse solo perché non siamo del tutto perfetti. Ed è evidentemente tanto impensabile che il falso o l'imperfezione, in quanto tale, procedano da Dio, quanto lo è che la verità o la perfezione proceda dal nulla. Ma se non sapessimo che tutto ciò che vi è in noi di reale e di vero ci viene da un essere perfetto e infinito, per chiare e distinte che fossero le nostre idee non avremmo nessuna ragione di essere certi che hanno la perfezione di essere vere.
      Ora, dopo che la conoscenza di Dio e della mente ci ha in tal modo reso certi di questa regola, è ben facile intendere che i sogni immaginati nel sonno non debbono in nessun modo farci dubitare della verità dei pensieri che abbiamo durante la veglia. Perché se ci accadesse di avere, anche dormendo, qualche idea molto distinta, se un geometra, per esempio, scoprisse qualche nuova dimostrazione, il fatto ch'egli dorma non le impedirebbe di essere vera. E quando all'errore più comune dei nostri sogni, che consiste nel fatto che ci rappresentano diversi oggetti proprio come i sensi esterni, poco importa che ci dia motivo di diffidare della verità di queste idee, giacché spesso possiamo benissimo ingannarci senza che dormiamo: come quando l'itterizia ci fa vedere tutto giallo, o quando ci sembra che gli astri o altri corpi lontanissimi siano molto più piccoli di quel che sono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorso sul metodo
René Descartes
di
pagine 69

   





Dio Dio