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      Questi era a giorno de’ movimenti della sua nemica, e de’ timori da’ quali era agitata, sospettando di non essere assalita; e pensò, prima che si fosse meglio fortificata, di mettersi in marcia per Siracusa, e di assediare quel castello. Partì adunque con mille fanti e settecento cavalli, e giunto alla detta città cinse quella fortezza per terra e per mare, e minacciò il Lihori di un severo gastigo, perchè avesse preso le armi contro di lui, ch’essendo il presidente del regno rappresentava la corona (33). Dubitava nondimeno, che non arrivassero al castello di Marquetto frequenti soccorsi, e che perciò l’assedio divenisse lungo ed inutile; Artale di Alagona passeggiava per i mari di Siracusa con una squadra di galee genovesi. Per impedire adunque, che questi non v’introducesse de’ viveri, e delle soldatesche, e munizioni da guerra, fe’ fabbricare intorno al castello un ponte di barche, che guarnì di truppe ad oggetto d’impedire ogni approcciamento.
      Era assai critica la situazione in cui trovavasi la regina Bianca co’ suoi. Non potea sperare veruno umano soccorso, e avendo le milizie del Caprera colle macchine cominciato a battagliare le mura del castello, paventava ogni momento di non divenire la preda di questo terribile nemico. In questo stato di cose Giovanni Moncada, che militava sotto gli stendardi del conte di Modica, non avendo mai potuto indurre il suo comandante a trattare più umanamente quella reale principessa, e compassionandone la vicina rovina, abbandonò co’ suoi il campo, e venne ad unirsi alla regina, per cercare il modo di liberarla dagli artigli di questo nibbio.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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