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      Queste politiche precauzioni produssero il desiato [38] effetto. L’infante Giovanni, che era di un’indole amabile, e lontana da ogni ambizione, punto non esitò a compiacere il fratello, e ad eseguire la volontà del padre, e ordinò che si allestissero alcune navi per ritornarsene in Ispagna (97).
      Non fu però così sollecita la di lui partenza, giacchè accadde, come diremo, nel seguente agosto, e intanto egli proseguì nella carica di vicario, e governatore della Sicilia. Ci restano nei nostri archivii parecchi monumenti, che ci additano ciò che ei fece prima di partire. Cominciò, secondo l’istruzione che avea avuta dal fratello, dal ricevere a nome del medesimo il giuramento di fedeltà. Adunque ai 23 di maggio 1416 furono chiamati i baroni nel castello di Catania, e nella sala detta de’ Paramenti, dove resero il ligio omaggio nelle mani dell’infante. Questo è quel diploma da noi accennato, nel quale è alla testa dei baroni D. Sancio Ruitz de Lihori, che si titola Ammiraglio del regno di Sicilia. Lo stesso giorno l’infante giurò a nome del fratello di osservare, e mantenere i privilegi, le libertà, le costituzioni, e i capitoli accordati dai re di Aragona predecessori ai baroni di Sicilia. In questo stesso atto ritrovansi i giuramenti di fedeltà fatti in diverse giornate da quei baroni, che non furono forse a tempo, quando fu fatta la solenne funzione nella sala de’ Paramenti, e di costoro parte giurò nelle mani dell’infante Giovanni, sino che ei dimorò in Sicilia, e parte nelle mani dei nuovi vicerè. Siccome poi i sindici delle università non poterono essere presenti, quando fu ricevuto l’omaggio dei baroni, perciò lo infante ai 30 dello stesso mese scrisse una lettera circolare a tutte le università, alle quali partecipò di essere stato dal fratello Alfonso confermato vicerè, e governatore della Sicilia, e di essere stato incaricato di ricevere il giuramento di fedeltà dalle medesime, e di promettere la conservazione di tutti i privilegi, libertà, e immunità, che esse per lo passato godeano: ed ordinò alle medesime, che mandassero in Catania i loro sindici a riconoscere il nuovo sovrano.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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