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      Quel che è certo egli è, che ei fu eletto per vicerè di quel regno, senza toglierglisi il [80] viceregnato di Sicilia, come si fa palese dalla cronaca mss. di frate Angelo di Sciacca (286), e da Antonio Panormita, e Girolamo Surita da noi di sopra citati, quantunque il re per una malattia sopragiuntagli non sia andato poi alla guerra, nè perciò egli abbia esercitato per allora il governo di quel regno.
      Altri pensieri agitavano la mente di questo sovrano, per cui siesi determinato a trattenere per alcun altro tempo presso di se il nostro Lupo Ximenes de Urrea. La città di Costantinopoli, che era posseduta dai Cristiani, era caduta in potere degli Ottomani ai 29 di maggio dell’anno 1433. Maometto II, malgrado i patti fatti dal suo antecessore con Costantino Paleologo, che n’era il signore, la occupò a gran danno del cristianesimo. Si borbottava contro i principi europei, che guerreggiando fra di loro, aveano trascurato di porgere aiuto all’augusto di Oriente, e sofferto che quella famosa città cadesse nelle mani dei Turchi; e soprattutto n’erano incolpati il re Alfonso, ed i Veneziani, come quelli che erano più a portata di soccorrere Costantino. Vivea ancora il pontefice Niccolò V, che restò dolentissimo di questo caso; e siccome l’impero di quello augusto non era interamente conquistato dai Musulmani, sperando che si potesse tuttavia dare qualche soccorso a quel cadente principe, imprese di pacificare le potenze belligeranti, e d’indurle ad impegnarsi piuttosto in una guerra sacra per isconfiggere il comune nemico.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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