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      Nasce la nostra opinione da due dispacci viceregî de’ 4 marzo 1470 mandati al cavaliere F. Pietro Cases dell’ordine di S. Giovanni Gerosolimitano da Siracusa; nel primo de’ quali lo promuove alla carica di capitano d’armi per tutto il regno di Sicilia, e nel secondo, dandogli conto che per comando del re Giovanni dee presto partire dal regno per portarsi in Sardegna, gli ordina che non si muova dalla Sicilia durante la sua lontananza, malgrado qualunque cagione, che ne avesse, o altro comando (378), che ne ricevesse, sotto la pena di perdere il priorato, i beni, che possedea, e la castellanìa, di cui era investito, poichè il di lui allontanamento sarebbe tornato in disservigio del monarca di Aragona (379). Dovendo poi egli lasciare un capo politico al regno nella sua assenza, ne spedì il viglietto a Giovanni Moncada conte di Adernò, ch’era il maestro Giustiziere del regno di Sicilia (380). Ma questa elezione di presidente del Moncada non ebbe effetto; il vicerè non partì per allora, o perchè si fossero quietati i movimenti di Sardegna (381), o che più urgenti cagioni (382) ne lo impedissero.
      Giunse in questo medesimo anno in [99] Palermo Pietro Antonio di Fuligno, che Ferdinando re di Napoli spediva (383) a Tunisi a fine di far la pace con quel Bey. Fu questo inviato incaricato di conferirsi prima dal vicerè di Sicilia, ad oggetto di sapere, se dovesse ancor trattare per il re di Aragona suo zio, essendo già spirata la tregua, che avea questo monarca stabilita con quel Moro. Lupo Ximenes de Urrea non avea bastante podestà per risolverlo, nè tempo di aspettare le risposte da Spagna per sentire la volontà del suo sovrano.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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