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      Come poi seppe, che i Messinesi aveano già spediti i loro inviati, i quali recavano insieme la detta somma molto allora necessaria ai bisogni della corte (470), e temea a ragione, che costoro non fossero per fare ogni sforzo, per ottenere che egli fosse deposto dal viceregnato, il che potea loro agevolmente accadere colla seducente offerta, che faceano; perciò fece delle pratiche per esser egli stesso eletto a questa ambascerìa. Lusingavasi egli che di presenza gli sarebbe riuscito più facile il discolparsi, e che questa elezione potea anche giovargli per addimostrare che era amato dalla nazione, che non avrebbe certamente affidati i proprî interessi ad un nemico. Ottenne egli l’intento; gli ordini dello stato, o perchè volessero compiacerlo, o perchè amassero di allontanarlo, lo destinarono per ambasciadore della nazione alla corte.
      Restò a governare il regno lo stesso maestro giustiziere Giovanni Tommaso Moncada conte di Adernò, come presidente del regno. Era la Sicilia sempre minacciata dalle armi del Turco. Divenuto Maometto signore della Vallona, era sempre in grado di molestarla; e perciò il presidente Moncada, da che era [114] partito il conte di Prades, si applicò a difenderla dalle incursioni ottomanne; e dato il regolamento, come dovea occorrersi ad ogni bisogno di qualunque città, o terra marittima, che potesse essere assalita, spedì ai 4 di maggio 1479 le istruzioni a tutti i baroni, ed a tutte le università del regno, ordinando loro, che armassero fanti, e cavalieri nelle loro città, e terre, e ad ogni avviso corressero in difesa dei luoghi assaltati (471). Nella stessa lettera vi si legge un poscritto, in cui sono avvisati, che in punto si era saputo che Scuteri era passato in potere del Turco, e che dalla Vallona erano partiti dieci galee, e sei fuste armate, delle quali non sapeasi il destino, e si rinnovavano gli avvertimenti di starsene all’erta, essendo verisimile che la detta flottiglia fosse destinata a fare delle scorrerìe nei mari di Sicilia (472).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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