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      Promettea dipoi in detta lettera, che sarebbe stata sua la cura di gastigare severamente i delinquenti, e di far risarcire il danno fatto; e supplicava che i Genovesi, i quali soggiornano in Sicilia, fossero amichevolmente trattati, non essendo giusto che contro gl’innocenti si usassero i diritti di rappresaglia (486).
      Rispose Gaspare de Spes al Doge di Genova con lettera de’ 25 di giugno 1480 (487), accettando le scuse, che quel capo della repubblica gli facea. Gli fe’ poi rilevare che dal suo canto egli non avea lasciato di [117] osservare i patti dell’armistizio; e dichiarò che se le galee siciliane avessero recato dei danni a’ sudditi della repubblica, cosa, che non era ancora arrivata alla sua notizia, egli, qualora fossero queste venute ne’ porti del regno, dove non erano ancor comparse, avrebbe ordinato che risarcissero il danno, come avea fatto per il passato: comandando che fossero a’ Genovesi restituite le mercatanzìe prese sopra di loro da’ Siciliani. Fe anche considerare al Doge quanto fosse vantaggiosa pe’ Genovesi la detta tregua, trafficando eglino con profitto in Sicilia. Del resto gli avvisò ch’egli avea già mandato in Aragona, e a Napoli Orlando di Leo, il quale avea ordine di passare poi a Genova, per assicurare la repubblica della fedeltà, con cui si era osservata la tregua in Sicilia, per dimandare il risarcimento del danno recato dalle galee genovesi, e per compromettersi a nome del re di Aragona, e suo di tutto ciò, che potesse conferire al decoro, e al vantaggio di quel comune.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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