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      Non passò guari, che una sorda voce si sparse per la città, che il re Ferdinando era già trapassato, e dalla capitale si divulgò per tutta l’isola. Ecco dunque il popolaccio messo in rumore, il quale gridava dappertutto, che finalmente si era liberato dalla dura schiavitudine, nella quale il tenea il Moncada, che era chiamato il tiranno, e l’assassino della Sicilia; giacchè colla morte suddetta era in lui cessata ogni autorità nel regno, e dovea il gran giustiziere assumerne il governo (662), fintanto che i nuovi sovrani non avessero altramente disposto; e che s’egli non tosto, cedendo alla amministrazione, si allontanava dalla Sicilia, bisognava obbligarvelo colla forza (663).
      Atterritosi a queste popolari minaccie il Moncada, e temendo di peggio, si era determinato da una parte di deporre le redini del governo, e di partirsene; ma dubitando dall’altra che lasciando la Sicilia senza governadore non ne potesse essere rimproverato, ed aspramente gastigato da’ sovrani, non sapea a qual partito appigliarsi. In questa dubbietà chiamò il sacro consiglio, e i giureperiti della capitale, a’ quali propose, se morto il re Ferdinando dovesse egli continuare nel governo, o partirsene, obbligandoli con giuramento a dirgli la verità; giacchè egli era disposto a fare ciò ch’eglino gli avrebbono consigliato. Tutti di accordo furono di avviso, ch’ei non potea sottrarsi dall’amministrazione del regno secondo le nostre prammatiche (664), senza incorrere nella indignazione dei sovrani. Questo consiglio, che fu anche appoggiato dai nobili, che erano del partito del Moncada, ed in particolare dal suo consanguineo il conte di Adrano, gli piacque all’estremo, e perciò la notte seguente chiamando al regio palagio gli stessi consiglieri, e quei pochi, che erano a sè addetti, fe’ stipulare un atto, con cui fu dichiarato legittimo governatore del regno, ed acciò non potesse essere molestato dal furibondo popolo, fe’ venire delle truppe per esservi custodito (665).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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