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      I Messinesi, ai quali non era ignoto il tumulto di Palermo, udendone dalla bocca del vicerè tutta la storia, ebbero compassione di questo fuggitivo cavaliere, e dichiararono che l’avrebbono ricevuto come governante della Sicilia; e in fatti lo accolsero con tutti gli onori dovuti a questa carica. Veramente, come osserva Federico del Carretto (676), eglino non aveano verun motivo di restarne malcontenti; imperocchè non aveano da lui ricevuta alcuna molestia avendoli lasciati nel possesso dei loro privilegi; e per la gelosìa, che hanno sempre nutrito contro i Palermitani a cagione della preferenza, che vogliono sostenere, piacea loro di avere dentro le proprie mura il vicerè. Del resto, soggiunge questo scrittore, se eglino fossero stati aggravati, come gli altri Siciliani, non v’ha dubbio, che si sarebbono riuniti per discacciarnelo.
      Entrato adunque con sicurezza in quella città, prima di ogni altra cosa pensò di far consapevoli i sovrani di quanto gli era accaduto in Palermo, e sperando di mantenere a sè fedeli le altre città del regno, scrisse dappertutto delle circolari, esortandole a non imitare l’esempio de’ Palermitani, e liberandole da’ dazi, e da’ donativi, che pagar soleano, purchè si mantenessero nella dovuta ubbidienza. Questa generosità usata dal Moncada col voto del sacro consiglio, ch’era andato a Messina, a danno del regio erario, dispiacque nella corte del re Carlo; ed i consiglieri, per prevenirne l’accusa, non lasciarono di scriverne a quel sovrano, confessando di aver data questa provvidenza costretti dalla necessità; imperciocchè il baronaggio avea già rivoltati tutti nel regno, spargendo delle lettere, colle quali promettea di esimerli da ogni dazio, ogni volta che seguissero le pedate dei Palermitani; e perciò il vicerè, ed eglino, per tenere tranquille le università, e per impedire un maggior danno, aveano creduto espediente per allora lo accordare questa grazia, non ostante lo interesse, che ne soffriva il patrimonio del re.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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