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      Partirono ancora da Palermo, non sappiamo il preciso giorno, i due conti di Golisano, e di Cammarata, ai quali fecero compagnia molti altri nobili, e i due celebri giureperiti palermitani Federico Imperatore, ed Antonio Abrugnano (689).
      Arrivati gli uni, e gli altri a Brusselles diedero conto al re Carlo di ciò, che era accaduto in Sicilia, rifondendone ciascheduna parte la colpa nella parte contraria; giacchè il Moncada accusava come sediziosi, e autori della tumultuazione i magnati di Palermo, e questi all’incontro attestavano che la nota tirannide del Moncada, e il suo inetto governo erano stati i motivi, per cui il popolo si era sollevato, e che dal canto loro lungi di dover essere castigati, erano anzi degni di premio, perchè aveano saputo frenare il furore del popolo, che era disposto a fare cose peggiori, e di aver così salvato il regno alla corona. Il re Carlo, ascoltate le loro difese scambievoli, conobbe che il Moncada era degno di ogni rimprovero (690); ma dall’altra parte concepì che non dovea restare impunito l’ardire dei Palermitani, che si erano sollevati e ne lo aveano vituperosamente discacciato. Perciò non volle da un canto permettere che il Moncada ritornasse al governo di Sicilia; ma volle dall’altro che fossero condannati con pena capitale i principali sediziosi, per essere di esempio il loro castigo in avvenire. Siccome poi gli premea che il suo regio erario non soffrisse la [156] menoma alterazione, che colle grazie accordate dal Moncada, e dal suo regio consiglio, e colle esenzioni, che i sollevati si erano procacciate, sofferto avea un considerabile interesse, ordinò che fossero risarciti a carico di tutta la nazione i danni, che il fisco sofferti avea (691). Così immaginò questo sovrano di aver dato riparo ai disordini del regno di Sicilia, il quale non restò nondimeno interamente tranquillo, essendo malagevole che il fermento una volta suscitatosi così di leggieri si sopisca, come or ora saremo per raccontare.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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