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      Fra i più colpevoli, che aveano avuta una gran parte nella espulsione del Moncada, eravi un certo Giovan Luca Squarcialupo, che l’anno antecedente era stato senatore, ed avea molto contribuito a sollevare il popolo. Questi era ancora reo di aver tentato di ferire in una processione Antonio Moncada conte di Adernò parente del vicerè di Moncada, contro di cui avea sfoderata la spada sotto pretesto di mantenere il posto, che segli dovea come senatore. Costui trovavasi per questo delitto in esilio, ed udendo che la città di Palermo era divisa in partiti, ed era cosa agevole l’istigare la plebe a nuova rivoluzione, molto più che il re Carlo era così lontano, nè in Sicilia, nè in Italia erano truppe, che potessero opporsi, immaginò che questa fosse l’occasione opportuna da fare un nuovo tentativo per disfarsi di tutto il partito di Moncada, e con questa mira se ne venne di soppiatto in Palermo.
      Trovò egli molti, che approvarono il suo disegno, e si confederarono con esso. I principali fra questi furono Francesco Barresi, Baldassare Settimo, Alfonso Rosa, e Pietro Spadafora, con altri nobili, ch’erano tutti aggravati di debiti. A questi erano uniti tre uomini facinorosi del popolo, cioè Giacomo Girgenti, Vincenzo Riza, e Vincenzo Zazara. Vuolsi però, che di soppiatto fomentasse questa sollevazione Guglielmo Ventimiglia barone di Ciminna, il quale avea un particolare odio con Ugone di Moncada, e co’ di lui partitarî. Lo Squarcialupo, che si era costituito loro capo, li radunò un giorno in una casina di campagna presso il castello di Margana (700). Ivi Giovan Luca, ch’era giovane di un grande ardire, e di un animo fermo, ed atto a tentare qualunque ardua impresa, rappresentò loro le calamità, in cui trovavasi involta la Sicilia, e l’imminente rovina della città di Palermo; li assicurò, che i conti di Cammarata, e di Golisano erano stati condannati a morte in Brusselles per ordine del re, leggendo ai medesimi certe mentite lettere, che ne descriveano il lugubre caso; e ch’era d’uopo di prevenire la tempesta.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




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