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      Era perciò di mestieri lo stare in allarme per impedire le devastazioni, ed i danni, che costoro arrecar potessero, principalmente in Messina, in Melazzo, in Catania, in Agosta, ed in Siracusa, ch’erano i luoghi più esposti alle loro incursioni.
      Da Messina ritornò il Gonzaga a Palermo per accudire ancora alla difesa di questa capitale, ch’era del pari soggetta, come città marittima, alle incursioni dei Mori. In essa si trattenne poco tempo, avvegnacchè nel mese di dicembre di quest’anno 1542 ebbe necessità di partirsi. Sebbene noi ignoriamo il motivo per cui abbandonò la Sicilia, nondimeno sospettiamo ch’egli sia andato in Napoli per concertare col vicerè Pietro Toledo i mezzi da salvare i due regni di Napoli, e di Sicilia dai pericoli, dai quali erano minacciati, e ci rende verisimile questo sospetto la breve dimora, ch’ei fece fuori della nostra isola. Dovendo dunque lasciarci un presidente che ci reggesse, ne spedì il dispaccio ad Alfonso de Cardona conte di Chiusa, e Giuliana, che sottoscrisse in Palermo [184] a 6 dello stesso mese, colla condizione che non potesse esercitare questa carica, che dopo cinque giorni, ch’ei ne fosse partito, e colla clausola che veniva scelto a beneplacito dell’imperadore, e suo (838). Di questo presidente noi parleremo frappoco; per ora basta il dire ch’ei durò pochi giorni in questa carica, imperocchè il Gonzaga partì dopo i 15 del detto mese di dicembre, e già era ritornato agli otto di febbraro del seguente anno 1543, come costa dai registri della regia cancellarìa (839).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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