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      Volle egli che queste milizie urbane fossero divise in tante compagnie soggette ai sargenti maggiori, che egli avea eletti in varie parti del regno. Costoro non aveano soldo assegnato, godeano nondimeno del foro militare, ed erano obbligati solamente in certi prescritti tempi di presentarsi ai sargenti suddetti per essere istruiti negli esercizî militari. Quando poi il bisogno ricercava ch’eglino servissero giornalmente, allora i benestanti erano nell’obbligo di sostentare loro, e i cavalli; erano esenti da questa tassa i baroni feudatarî, i quali altronde erano tenuti al servizio militare.
      Un’altra assai utile provvidenza diede il Vega per difendere il regno dalle subite invasioni: cioè fe’ ergere per tutto il nostro littorale delle torri dette di avviso con una giusta proporzionata distanza l’una dall’altra. Furono destinati due uomini in ciascheduna di esse, acciò dormendo l’uno, l’altro vegliasse, con cannocchiali, affine di scuoprire i legni, che sono nel mare, e le loro qualità. Questi poi doveano, come al presente anche fanno, sul tramontare del sole avvisare quante navi vi abbiano scoperte, facendo dei fuochi (880) l’uno dietro l’altro. Da poi che la prima torre dava il segno, era seguita cogli stessi segnali dall’altra più vicina, e così di mano in mano da tutte le altre, in guisa che nello spazio di meno di una ora era tutto il regno avvisato dei legni ch’erano nel mare. Se alcuna delle torri vedea un maggior numero di navi, che non si fossero scoperte dalle antecedenti, doveano i custodi di esse fare un maggior numero di segni.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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Vega