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      Si trattenne il Vega in Trapani, come si è detto, fino al mese di giugno 1551 (894), e di là venne in Palermo, e subito passò in Messina, dove era necessario nelle presenti critiche circostanze, che risedesse; noi lo ritroviamo in quella città a’ 15 di questo mese (895).
      Avvicinavasi intanto il tempo dell’ordinario parlamento, che il Vega convocò nella città di Catania per il dì 30 di marzo dell’anno seguente 1552. Vi andò egli, ed alloggiò nella casa di Vincenzo Gravina, dove nel prescritto giorno, presenti gli ordini dello stato, fe’ l’inchiesta del solito donativo, che i parlamentarî accordarono nella stessa somma di trecento mila fiorini, ossia cento cinquanta mila scudi nel giorno 9 del seguente mese di aprile (896). Merita in questa occasione di essere commendata la generosità del vicerè, cui essendo stato offerto il regalo di seimila scudi, cioè una maggiore somma del consueto, forse in riguardo di quanto si era affaticato per la difesa del regno, egli avendo in considerazione lo stato deplorabile, in cui era la nazione, con ammirabile disinteresse lo ricusò (897).
      Venendo l’estate di quest’anno ricomparve nei mari di Messina l’armata ottomana forte di cento quindici vele, e comandata dallo stesso Dragutte. Ne restarono atterriti i Siciliani, e i Maltesi; ma il loro terrore fu di breve durata, avvegnacchè in capo a poco partì, e andò in Calabria, e poi ne’ mari di Procida, dove si trattenne aspettando inutilmente la flotta francese fino a’ 10 dei mese di agosto. In questo frattempo, in cui era cessato il timore dei Turchi, ebbe il vicerè il piacere di celebrare le nozze di Elisabetta sua figliuola con Pietro de Luna conte di Vivona, che furono solennizzate nel mese di luglio con somma splendidezza nella sala del regio palagio (898). In capo a poco, cioè a’ 15 di agosto, fu veduta di nuovo nello stretto di Messina la flotta turca, la quale dopo di aver fatto del guasto in Reggio, e ne’ casali convicini prese la via di levante.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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