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      Non si fe’ però trovare quel corsaro, che carico di bottino sen’era ritornato in levante. Il Doria adunque se ne venne di nuovo dopo pochi giorni a Messina, e di poi prese la via di Genova, senz’avere nulla operato.
      Il vicerè de Vega non lasciò in queste occasioni di dare le necessarie provvidenze per impedire i maggiori danni, che gli Ottomani uniti a’ Francesi poteano arrecare alla Sicilia. Ma come vide che quelle flotte si erano allontanate, pensò di eseguire al più presto che potesse gli ordini imperiali. Carlo, essendo il suo erario dissanguato per le frequenti spese, che facea per conservare il nostro regno, comandò che si convocasse un parlamento straordinario, per avere un nuovo sussidio, che gli era necessario nelle presenti urgenti necessità. Fu stabilito il dì 2 di settembre dell’anno 1554 per questa radunanza, che si dovea tenere nella città di Messina. I parlamentarî in questa occasione conoscendo vero il bisogno di Cesare, e considerando la sicurezza del regno, a’ 9 di esso mese dopo di aver fatte le loro conferenze, offerirono al medesimo un donativo di cento mila scudi da pagarsi in due anni, venticinque mila scudi per ogni semestre, e perchè le università così demaniali, che baronali erano ancora esse esauste di denari, fu loro permesso d’imporre delle nuove gabelle, per supplire a quella porzione, che ciascheduna pagar dovea (901).
      Ricorrea il tempo dell’ordinario parlamento, e perciò, rimosso ogni sospetto dell’armata turca, il vicerè nel mese di novembre se ne ritornò in Palermo, dalla quale città era stato per qualche anno lontano, e convocò l’assemblea de’ tre ordini del regno per li primi di marzo 1555. Giunto il giorno dell’apertura del parlamento il Vega non solo dimandò a nome dell’augusto Carlo il solito donativo, ma inoltre la prorogazione di quello di cento mila fiorini per altri sei anni, affine di compiere le fortificazioni; e siccome i ponti del regno erano tutti rovinati, ciò che attraversava il commercio interno, richiese qualche sussidio per ripararli, ovvero per rifabbricarli.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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