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      Il duca di Medinaceli informato del vicino pericolo, che minacciava la Sicilia, non si mosse da Messina, dove tenea pronta una flotta di galee per opporsi in ogni evento agli sforzi dei nemici. Come però era necessario molto denaro per il mantenimento delle soldatesche, e dei marinari, e già era vicino il tempo, in cui dovea celebrarsi il solito triennale parlamento, lo convocò in quella città per il mese di maggio 1558, così per chiedere il donativo dei trecento mila fiorini, come per dimandare una straordinaria contribuzione per mantenere la squadra delle galee, e le soldatesche. Fu questo parlamento differito più volte; il vicerè volea prima assicurarsi, che l’armata ottomana venisse veramente nei nostri mari, imperocchè non verificandosi la notizia non intendea egli di aggravare con un donativo straordinario il regno, che sapea [201] di essere nella ultima desolazione. Questa finalmente comparve agli 8 di giugno (929), ma non toccò per allora i nostri lidi, e veleggiò verso Reggio, e la Calabria, d’onde passò nel golfo di Salerno.
      Assicuratosi il duca di Medinaceli, che l’armata turca si era per allora allontanata, tenne il parlamento a’ 20 di giugno, e nell’apertura fe’ conoscere a’ parlamentarî l’imminente pericolo, in cui era la Sicilia, che non fosse invasa dall’armata ottomana nel ritorno, che avrebbe fatto dal regno di Napoli, e del bisogno, che vi era di stare allerta per respingerla; e a questo oggetto oltre il consueto donativo triennale, ne richiese uno straordinario, affine di continuare il mantenimento delle truppe, e delle galee.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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