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      Questi preparamenti del gran sultano faceano tremare tutta l’Italia, e il re Filippo, che in questo anno non avea soccorso, come dovea, i Maltesi, vedendo ora più vicino il pericolo, si applicò seriamente ad assoldare trentamila uomini, de’ quali dodici mila erano destinati per la Goletta, e gli altri per soccorrere Malta, che poteano riputarsi come i due baluardi per resistere alla potenza ottomana.
      Questi provvedimenti dati dal monarca di Spagna furono notificati dal vicerè Toledo agli ordini dello stato a’ 18 di febbraro 1566 nell’apertura del parlamento fatto in detto giorno nel palagio vescovale di Catania, in cui ei fe palese, come il re avea speso per questo armamento un milione, e quattrocento mila ducati, e richiese da’ parlamentarî qualche straordinario sovvenimento. In detta occasione avendo questa assemblea conosciuto, che le spese fatte dal re tendevano alla sicurezza della Sicilia, offerì un donativo di cento venticinque mila scudi da pagarsi in due sborsi, l’uno nel dicembre di detto anno, e l’altro nel mese di marzo del seguente 1567 (989). Fu accordato il privilegio di regnicolo così al vicerè, che a’ di lui figliuoli Pietro, e Luigi, e furono domandate al re alcune grazie, che leggonsi ne’ capitoli del regno (990), le quali, secondo le istruzioni ricevute dalla corte, furono proviste dallo stesso vicerè in Messina a’ 9 di luglio dello stesso anno 1566, dopo il suo ritorno dalla spedizione marittima, che in appresso accenneremo.
      Per quanto i cavalieri di Malta si fossero affaticati per mettere la loro isola in grado [217] di difesa, e malgrado le spese fatte dal re Filippo per guarnire la Goletta, e somministrare truppe alla medesima religione, fu creduto che Solimano sarebbe venuto a capo di fare sloggiare quelli dalla loro abitazione, e di togliere a questo la forte piazza della Goletta; e avrebbe di poi più agevolmente arrecati de’ danni a’ regni di Sicilia, e di Napoli, se il gran maestro la Vallette non avesse concepito lo ardimentoso disegno di fare incendiare la di lui flotta formidabile nello stesso arsenale di Costantinopoli, come gli riuscì per mezzo di certe segrete corrispondenze, che avea in quella città (991). Questo incendio, che non potè interamente estinguersi, sconcertò i disegni di Solimano, e diè tempo al gran maestro di fortificarsi in Malta, e di fabbricarvi la nuova città, che fu detta dal suo nome la Valletta (992). Ne chiese egli il permesso al vicerè Toledo, mentre trovavasi nel parlamento a Catania, il quale vi spedì Vincenzo del Bosco conte di Vicari, e gran giustiziere del regno di Sicilia per osservare il luogo, dove si pensava di piantarla, e calcolare quanta ne potesse essere la spesa.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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