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      Intanto nella primavera dell’anno 1574 venne verso la Goletta la flotta turca, conquistò quella fortezza, e un’altra fortificazione, che stavasi ergendo, quantunque non fosse ancor compiuta, nel medesimo luogo per ordine del serenissimo Giovanni d’Austria. Prima che si sapesse la perdita di queste piazze, anzi anche del regno tutto di Tunisi, questo principe era venuto in Palermo con sessanta galee con animo di volare a soccorrerle: ma uditasi la notizia, che già fossero nelle mani dei Turchi, egli, e il presidente del regno pensarono alla salvezza della Sicilia, ed ambidue, il principe colle galee, e il presidente con tutta la cavalleria, andarono a Trapani a fine d’impedire che la flotta nemica si avvicinasse, e sbarcasse le sue truppe [233] nell’isola. A buona sorte gli Ottomani contenti di aver conquistato il regno di Tunisi, e di aver tolta dalle mani degli Spagnuoli la Goletta, e l’altro forte, che vi si stava fabbricando, mettendo in ischiavitù quanti erano ivi di guarnigione, se ne tornarono pacificamente in levante, e liberarono per allora la Sicilia da ogni pericolo (1072).
      Comunque si fosse così allontanata la procella che minacciava il nostro regno, era nondimeno a temersi che Selimo non pensasse di eseguire alla nuova primavera ciò, che avea intralasciato di fare in questo anno. Perciò il principe di Castelvetrano in un consiglio di guerra, che si tenne a questo oggetto, fu di avviso che fosse espediente, giacchè la flotta turca se n’era partita, di fare coll’armata spagnuola uno sbarco in Barberia per mettere in istato di difesa la città di Biserta, ch’era ancora in potere degli Spagnuoli, e per fabbricare a porto Farina una fortezza, ad oggetto di divertire i nemici da ogni pensamento d’invadere la Sicilia.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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