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      Sapeano pur troppo i parlamentarî il vero oggetto di questa dimanda; voleano nondimeno fare ogni sforzo, per addimostrare la loro divozione verso il monarca delle Spagne, e dopo molti dibattimenti finalmente fecero una offerta di quattrocento cinquanta mila scudi per lo spazio di nove anni, cioè promulgarono per altrettanto tempo il donativo di cinquanta mila scudi annuali per il mantenimento di sei galere imposto l’anno 1561, e poi rinnovato l’anno 1567 colla espressa condizione però, che il comandante, ed i capitani dovessero essere nazionali (1082).
      Questo fu l’ultimo atto solenne, che fu fatto da questo adorabile cavaliere durante la sua lunga amministrazione nel governare il regno col carattere di presidente. Filippo II, che era rimasto assai soddisfatto dei di lui servigî, e ne conoscea i meriti, lo chiamò alla sua corte per impiegarlo in affari di somma importanza. Trovossi egli in circostanze assai spinose, ma nondimeno ebbe l’arte di farsi amare. Le occupazioni per custodire il regno dalle invasioni de’ Turchi, e per allontanarne la peste, non lo distrassero dalla cura di tenerlo purgato da’ fuorusciti, e dagli uomini facinorosi, che punì sempre severamente, ed ebbe il piacere di esterminare. Nelle maggiori controversie, in cui fu il regno, cercò sempre con sopraffina politica di allontanare dagli abitanti ogni trista memoria, tenendoli occupati in giostre, ed in feste. A questo cavaliere debbesi la raccolta delle prammatiche del regno, e dei capitoli, che furono stampati in Venezia l’anno 1574 per aversi un codice delle nostre leggi, che stavano in qua, e in là sparse (1083). Si studiò egli ancora di abbellire, ed accrescere la città di Palermo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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