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      Fu per esperienza conosciuto, che costoro erano di aggravio al regno per conto degli alloggiamenti, de’ quali i soldati non sono mai contenti, e per le angarìe, che costoro, avendo la forza nelle mani, esercitavano verso gli abitanti de’ luoghi, dove stavano acquartierati. Perciò il parlamento dichiarò, ch’era pronto di continuare questo pagamento per altri cinque anni, ma che pregava S.M. che restasse contenta, che in vece della cavallerìa, si armassero con questo denaro altre sei galee, oltre le sei, che già si mantenevano dal regno; il che sarebbe riuscito più giovevole per la sicurezza delle città marittime, e meno gravoso agli abitanti, implorando insieme la solita grazia, che i capitani delle medesime fossero nazionali (1092). Che se il re non si compiaceva di accordare questa grazia, lo pregavano a considerare, che il numero de’ soldati era assai minore de’ 300, e che perciò sopravvanzava del denaro da’ quarantamila scudi; laonde chiesero che i sopravvanzi s’impiegassero dallo stesso vicerè in altri usi per servigio di S.M., e per vantaggio del regno (1093). Ripararono inoltre in questo parlamento gli ordini dello stato ad un altro inconveniente, da cui dipendea la salvezza del regno. Quantunque fossero sparse per il littorale dell’isola le torri di avviso per la guardia della marina, nondimeno queste non erano bastanti, giacchè ve ne mancavano molte in certi siti, che sarebbono state necessarie; e quelle inoltre, che esistevano, erano così rovinate, e sproviste, che poco o nulla servivano all’uopo, per cui erano state erette.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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