Queste lettere furono mandate a Madrid, e giustificarono i ricorsi dell’Orsini e del Doria, che accagionavano il Colonna di un segreto carteggio con quel nemico della corona. Bastò questa prova per suscitare nel cuore di Filippo le maggiori sospicioni contro questo vicerè, e per indurlo a chiamarlo alla sua corte, affine di render conto della sua condotta (1120). Gli fu dunque ordinato da quel monarca, che si portasse a Madrid per render ragione intorno a ciò, di cui era incolpato, e fu eletto dal ridetto re presidente del regno nella di lui lontananza lo stesso stratigoto di Messina Giovanni Alfonso Bisdal conte di Briatico, come costa dalla cedola reale sottoscritta in Madrid a 20 di marzo 1584 (1121).
      Noi non abbiamo seguito in questo racconto, che le tracce lasciateci dal Bonfiglio (1122), dal Caruso (1123), e dal Longo (1124); ma non dobbiamo trascurare per amore della verità di avvertire che l’Auria (1125), e prima di lui lo storiografo Antonino d’Amico (1126) attestano ch’ei non fu chiamato alla corte per difendersi dalle accuse, ma por negocios, come scrisse l’Amico, muy graves de su real servicio; ciò che ci sembra assai verisimile, perchè non assegna altra cagione nella citata cedola de’ 20 di marzo, e perchè Mr. de Thou, ch’era più a portata di risapere gl’intrighi de’ gabinetti, nella celebre storia de’ suoi tempi (1127) racconta, che l’intenzione di Filippo II fu appunto per dargli il comando della formidabile flotta, ch’egli già destinava contro l’Inghilterra. Siccome il Colonna era in grandissima riputazione per l’onore che si era fatto nella battaglia alle Isole Curzolari, mentre comandava la flotta del papa, fu creduto che questa impresa non potesse meglio affidarsi, che alla di lui esperienza.