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      Nel giorno seguente rimbarcatosi sopra una delle galee venne alla Garita, dove si era eretto un magnifico ponte, e vi trovò il senato, la nobiltà, e molte dame, che erano venute a corteggiare la viceregina Maria Durrea. Montato a cavallo, avendo alla destra il primo titolato, e alla sinistra il pretore della capitale, corteggiato dai senatori, e dai cavalieri entrò in città sotto un arco trionfale erettogli in questa occasione, e andò al Duomo, dove rinnovò il giuramento fatto in Napoli (1143), e poi andossene al regio palagio. La viceregina entrò in un superbo cocchio servita da tre delle principali dame col seguito di tre altre carrozze, nelle quali erano le altre signore, e la servivano a cavallo il senatore priore, e un altro cavaliere titolato a destra, ed a sinistra (1144). L’aria severa, e melanconica, con cui marciava il conte, fece fin d’allora pronosticare, ch’ei non sarebbe stato molto accetto alla nazione, che ama di essere trattata con maniere dolci, e piacevoli piuttosto, che col rigore; ed in particolare la nobiltà, che nel governo del Colonna era stata sempre trattenuta in continovi passatempi, ne concepì per allora una idea molto più svantaggiosa.
      Le prime cure di questo vicerè furono rivolte ad impinguare l’erario regio. Malgrado i tesori, che vi colavano, era nondimeno sempre esausto. Il re Cattolico sostenea molte, e dispendiose guerre. Oltre le armate, che ei mantenea ne’ Paesi Bassi, profondea molto denaro in Francia, ed in Inghilterra, per impedire che Arrigo IV, e la regina Elisabetta, ch’erano propensi a favore degli eretici, agevolassero colle loro forze la ribellione delle Fiandre.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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