Pagina (544/1481)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il volgo poi, sebbene fosse persuaso che questo viceregnante fosse disinteressato, ed amante della giustizia, nondimeno per la superstizione, da cui è sempre invaso, vedendo tanti disastri, ai quali si era sottoposta la Sicilia, da che questo conte era entrato a governarla, credea che fosse dominato da una maligna stella, il di cui pessimo influsso rendea infelice l’isola; la quale non potea sperare sollievo, se prima questo vicerè, e con esso il pianeta, che lo accompagnava, non si allontanasssero. Egli frattanto rincresciuto, che tutto gli andasse a traverso, sebbene il re Cattolico fosse inclinato a confermarlo, lo pregò, stante i suoi incomodi di salute, a permettergli che si ritirasse, il che ottenne, essendosi Filippo compiaciuto di dargli un successore, come si dirà nel seguente capo.
      Prima però di partire volle egli tenere in Palermo nel mese di luglio il generale parlamento ordinario, nel quale, avendo in considerazione le angustie, nelle quali era il regno, non dimandò che i soliti donativi. Convennero di accordarli due dei bracci, lo ecclesiastico, e il demaniale; ma il braccio militare, ch’era composto dai baroni, sebbene non ricusasse di aderirvi, volle nondimeno apporvi una condizione, senza la quale protestò, che non intendeva di offerire donativo alcuno. Dichiarò dunque che facea la offerta dei mentovati donativi, purchè il re promettesse di mantenere a questo fedelissimo regno i suoi privilegi, e i capitoli, che i serenissimi suoi predecessori concessi aveano, e giurato di osservare; ed in particolare quello del re Giovanni sopra il non potersi procedere ex abrupto, il quale da pochi anni in quà contro la mente di Sua Maestà è stato violato, vietando ai deputati del regno di potere esigere gli accennati donativi, se prima non vedeano posti in osservanza i detti capitoli, costituzioni, grazie, e privilegi, e dichiarata nulla, e cassa qualsivoglia prammatica, ed ordinazione in contrario, condannandoli a pagar del proprio, se altrimenti [256] operassero (1168). Fu fatta ogni opra per indurre i baroni a fare l’offerta libera, e senza apporvi veruna limitazione; ma eglino fermi restarono nella loro deliberazione; e finalmente divennero a contentarsi, se il vicerè facea un atto, con cui promettea di fare osservare a capello i privilegi, e i capitoli del regno, e si compromettea di fare ciò confermare dal re Cattolico con un reale dispaccio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




Sicilia Cattolico Filippo Palermo Giovanni Sua Maestà Cattolico