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      Precesse uno indulto viceregio, per cui si accordava la vita, e il perdono a quel ladro, che avesse ucciso un suo compagno. Questa determinazione produsse il desiato effetto; giacchè fe nascere la diffidenza fra que’ malandrini; inguisachè cominciarono a guardarsi di poi come nemici, e perciò si divisero in piccole brigate. Divisi in questo modo fu agevole al vicario generale di disfarsene a poco a poco. Molti ne prese, ed esercitando sopra di essi una rigorosa giustizia, liberò presto la Sicilia da’ loro ladronecci. Il Lancia, vedendosi abbandonato da’ suoi, scappò a Napoli; ma ivi tradito da uno de’ suoi amici fu preso, e rimandato a Messina. Il vicerè volle dare uno esemplare gastigo a costui, ed ordinò che vivo fosse legato con le braccia, e le gambe a quattro galee, e così squartato col distaccarsi l’una dall’altra (1179).
      Dopo di avere sgombrata la Sicilia, e particolarmente la valle di Demona da questi perniciosi nemici, partì il conte di Olivares per venire in Palermo, dove arrivò a’ 3 di ottobre (1180) del medesimo anno (1181). Il senato dopo la caduta del ponte, che abbiamo mentovata nel capo antecedente, per evitare in avvenire un pari sinistro, avea fatto edificare un ponte di marmo, dove fu il detto vicerè ricevuto con tutte le onorificenze, e fe la solenne sua entrata, passando sotto un maestoso arco trionfale, che gli fu innalzato alla Porta Felice.
      Trovò egli la capitale afflitta non meno per la carestìa, che avea sofferto, di cui ne provava le funeste conseguenze per i maneggi degli usurarî, ma ancora per il terribile caso, ch’era accaduto nello antecedente mese di agosto per il fuoco attaccatosi inopinatamente alle polveriere del castello, dove allora erano le pubbliche carceri, nel dì 19. Questo incendio non solo nacque alle fortificazioni, dove morì molta gente, e fra’ morti fu il celebre poeta Antonio Veneziano, che stava ivi prigione; ma rovinò molte case, e chiese vicine, a segno che i sacerdoti, che vi stavano celebrando, impauriti lasciarono di continuare il sagrificio.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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