Il piacere dello allontanamento della flotta musulmana, che provò il conte di Olivares, gli fu funestato dalla morte della viceregina sua moglie. Questa amabile principessa tratta da una grave malattia soccombette in Palermo al comun fato ai 10 di ottobre per quel che scrisse il Talamanca (1196), ma più verisimilmente secondo il Giornale Mss. del Paruta (1197) ai 26 di novembre. Fu il di lei cadavere trasportato con pompa funebre alla cattedrale, avendolo accompagnato il senato e gli altri titolati, e fu allora riposto nella cappella di S. Cristina, per poi trasportarsi in Ispagna, come accadde; e dopo un mese, cioè a’ 27 di dicembre, le furono nella istessa chiesa celebrate solennissime esequie. Fu compianta universalmente per la sua pietà, per le sue soavi maniere, e per la singolare carità verso gli afflitti.
      Fu assai più dolorosa ai Siciliani la perdita che fecero del conte di Olivares l’anno 1595. Essendo vacato, per la licenza accordata a Giovanni Zuniga conte di Miranda, il viceregnato di Napoli, volle il re Cattolico che ne fosse successore il nostro vicerè, e gliene spedì il dispaccio, eligendo per presidente del regno, fino che si fosse determinato alla scelta del nuovo vicerè, il ridetto Giovanni Ventimiglia marchese di Geraci, e allora strategoto di Messina. Il dispaccio reale fu sottoscritto a S. Lorenzo all’Escuriale ai 29 di luglio 1595 (1198). Partì il conte di Olivares ai 26 di ottobre (1199), accompagnato fino al luogo dello imbarco dalle lagrime della nobiltà, dei magistrati, e del popolo, e andossene a Napoli, dove fu del pari accetto, come lo attestano gli storici di quella nazione (1200).