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      In questo istesso anno fu inalzato nella scala del palagio senatorio della capitale il genio di Palermo, ch’era una statua [263] rappresentante un vecchio coronato con un serpe nelle mani, che gli succhia le mammelle col motto: Suos devorat, alienos nutrit; e sotto in uno scudo vi stava scritto: Fidelitas. Questo simulacro, che rappresenta il nostro Oreto simbolo della città, stavasene negletto in un luogo sordido. Vi fu apposta la seguente iscrizione.
      Antiqui Panormitani Genii simulacrum, quod sordibus foedum, humi neglectum jacebat, ad debitum cultum, decentemque locum est senatus jussu translatum.
     
      MD. Joanne Comite XX. Hieraci Marchione Castelliboni Principe Regni Praeside
      D. Francisco Bosco Vicarensi Comite Praet.
      D. Aloysio Campo, D. Friderico Moncada Tortoreti Domino, D. Hieronimo Gambacurta, D. Francisco Pasquali, Augustino Bonajuto, D. Vincentio la Rosa PP. CC.
      M.D.XCIVRicorrendo l’anno 1597 il triennale parlamento ordinario, volle il marchese di Geraci celebrarlo in Palermo, e lo intimò per i principî del mese di aprile. Nell’apertura fecesi la solita dimanda, e fra i motivi che si addussero, fu principalmente rilevato quello della premura, che il re Cattolico si era data di difendere il regno dalle invasioni di Sinam bassà, spedendo in Messina il principe Doria colla squadra delle galee, che noi abbiamo mentovata ben due volte. Non furono ritrosi i parlamentarî, e rispondendo ai 9 di esso mese, non solamente accordarono i soliti donativi, che abbiamo rammentati nei parlamenti anteriori, ma anche uno straordinario di trentamila scudi per fortificare l’isola d’Ustica, che trovasi distante da Palermo quaranta miglia, dove i corsari andavano ad appiattarsi, ed erano a portata di scoprire le barche, che doveano passare necessariamente presso quell’isola, e uscendo dal loro asilo agevolmente le assalivano, e metteano in ischiavitù i marinari, e i passaggieri, facendo bottino di tutto: cosa, che frastornava sommamente la sicurezza del commercio (1205). In questa adunanza fu esibito al presidente del regno il solito regalo di cinque mila fiorini, al di lui cameriere maggiore quello di dugento oncie (1206), e agli uffiziali regî, e portieri l’altro di sessanta.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



Appendice - Indici - Note




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