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      Allora mandato il palischermo verso le arenate galee con altre barche minori, si salvarono su di essa il generale, i cavalieri, i soldati, e i marinari maltesi, che furono condotti in Palermo, dove ringraziarono il vicerè, che li avea liberati così sollecitamente dal certo pericolo della schiavitù.
      Era già il tempo, che si celebrasse l’ordinario general parlamento. Il vicerè lo convocò in Palermo, dove si era restituito nel mese di marzo dell’anno seguente 1606. In esso nulla accadde, che meriti di essere registrato. Possono vedersene gli atti presso il Mongitore (1259), ne’ quali si troverà che ai 20 di esso mese fu fatto il solito donativo de’ 300 mila fiorini, e furono prorogati gli altri per le fortificazioni, per i ponti, per i palagi reali, per le torri, e per la cavalleria, e che il vicerè, il di lui cameriere maggiore, e i regî uffiziali ebbero il consueto regalo.
      Noi perdemmo in detto anno questo bravo governante. Dovendosi tenere in Germania la dieta generale per la elezione del nuovo re dei Romani, dopo la pace, che s’era fatta fra l’imperadore Rodolfo, ed Achmet il gran sultano, la corte di Madrid destinò il nostro vicerè per suo ambasciadore straordinario, e Filippo III gli ordinò, che prima di portarsi alla dieta passasse per Roma, affine di ossequiare in suo nome il nuovo pontefice Paolo V, e rallegrarsi della di lui elezione. Egli adunque si dispose per eseguire quanto il re comandava, e agli 8 di settembre con suo dispaccio viceregio dato in Palermo (1260) dichiarò presidente del regno Giovanni Ventimiglia (1261) marchese di Geraci, e poi partì colle galee di Sicilia per non più ritornarvi.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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