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      Era seguito dai magistrati della città, e da uno innumerabile stuolo di nobili, e di popolari, che lo accompagnavano. Furono per quella conquista rese pubbliche grazie all’Altissimo, e il duca di Ossuna spedì tosto in Ispagna il conte di Uregna suo figliuolo per recarne la lieta notizia al re Cattolico (1328).
      Se fosse restato scorucciato il gran Signore Acmet per l’insulto ricevuto dalle sue galee, e per la considerabile perdita, che ne avea fatta, è inutile lo avvertirlo. Egli giurò di trarne nella ventura primavera aspra vendetta, e vi si preparò. Non erano ignote le di lui idee al vicerè, e al gran maestro, ed ambi di accordo diedero le necessarie provvidenze per la custodia di Sicilia, e di Malta, e il primo ne scrisse al re Filippo III, sollecitandolo a spedire la flotta spagnuola, la quale unita alla siciliana, alla napolitana, e alla maltese, avrebbe potuto far fronte ai nemici, e difendere gli stati di S.M. Filippo presentendo il pericolo, di cui erano minacciate le due isole di Sicilia, e di Malta, e per conseguenza anche il regno di Napoli, fe allestire la sua armata, cui destinò per comandante il principe Filiberto di Savoja, gran priore di Castiglia (1329).
      Ma siccome non era sperabile che la flotta spagnuola arrivasse così tosto, perciò il vigilante vicerè ordinò, che intanto la nostra flottiglia unita alle galee napolitane, e maltesi veleggiasse verso il Levante, per spiare gli andamenti dei nemici, ed impedire che l’armata turca, se fosse possibile, passasse nei nostri mari.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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