Fu incominciato l’anno 1612 il nobile edifizio del tempio di S. Giuseppe presso la stessa piazza; fu eretta dalla parte di occidente un’altra porta, che ha il nome di esso vicerè; e fu nobilitato, ed ingrandito il palagio del senato di Palermo. A Messina ancora questo vicerè fu presente l’anno 1614 alla solennità, in cui si buttò la prima pietra per la nuova chiesa di S. Restituta dei PP. Agostiniani Scalzi, e vi pose nel cavo di essa una gioia legata in oro (1345). Accordò egli la protezione a’ letterati, e gli furono sopra ogni altro cari l’abate Mariano Valguarnera, che scrisse le Antichità di Palermo, e Filippo Paruta, che fe l’utile opera della Sicilia illustrata con le antiche medaglie. Il primo di questi libri fu impresso l’anno 1614, e il secondo due anni prima cioè l’anno 1612. L’uno, e l’altro furono dedicati da’ suoi autori all’istesso vicerè. Fu sotto i di lui auspicî fondata in Palermo l’anno ultimo del suo governo l’accademia detta degli Agghiacciati, di cui fu fondatore Francesco Cavanna palermitano. Avea per stemma un ciottolo di ghiaccio fumante col motto tratto dal libro VI della Eneide di Virgilio: Spiritus intus alit. Era loro istituto la rappresentazione in iscena o di drammi, o di commedie, coll’obbligo di farne per lo meno due per anno. I capitoli di questa letteraria adunanza furono di poi confermati dal senato di Palermo a’ 19 di novembre dello stesso anno. Non vogliamo finalmente omettere l’opera, che renderà sempre memorabile il di lui nome, cioè l’incarico dato alla compagnia di S. Maria della Consolazione di riconciliare amichevolmente le famiglie nemiche, togliendo le risse, e le discordie, obbligandole al così detto Verbo Regio, cioè alla promessa di non offendersi sotto la pena d’incorrere la reale indignazione: istituzione vantaggiosa al pubblico bene, e alla tranquillità delle famiglie, che fu poi con dispaccio reale approvata, ed ampliata dal re Filippo IV, avendo ottenuto questa compagnia l’orrevole nome di Compagnia della Pace.