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      Perciocchè contro al solito fu fatta dalla nobiltà la solita cavalcata alla di lui partenza nella stessa guisa, che si costumava nello ingresso de’ nuovi vicerè, e si viddero tutti i ceti de’ cittadini in folla accompagnarlo al luogo dell’imbarco: mostrando quanto loro rincrescea la perdita di così amabile governante. La viceregina del pari andò al Molo in cocchio ossequiata dalle principali dame del paese. Questa funzione fu fatta a’ 20 di marzo 1622. I venti contrarî impedirono in detto giorno che si potesse mettere alla vela, e bisognò che ei si fermasse al Molo sino [297] al dì 24 dello stesso mese, in cui servito da quattro galee, due siciliane, una napolitana, ed una maltese, partì, e andossene a Gaeta (1370).
      Abbiamo di questo vicerè le ordinazioni, che portano il di lui nome, divise in cinquantasette capi per regolare le cause civili, che sono alle stampe, e mostrano la sua indefessa vigilanza negli affari del governo. Fu egli diligentissimo nell’amministrazione della giustizia, ricercando sempre conto dai tribunali della esatta esecuzione delle leggi. Amò le lettere, ed i letterati, imperocchè oltre di avere accarezzati, e premiati Mariano Valguarnera, Filippo Paruta, e Rocco Pirro, che si resero celebri colle loro opere, rinnovò in Palermo l’anno 1621 l’accademia dei Belli Ingegni, e piantò nell’ospedale maggiore gli utilissimi studî di anatomia, e di chirurgia. Ristorò ancora l’accademia d’armi dei nobili eretta dal vicerè Garzìa di Toledo, che erasi quasi estinta, ed ordinò che si radunasse nella chiesa di S. Sebastiano.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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