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      Ma per quanto efficaci fossero le provvidenze date dal governo, questo male, che era nella sua maggiore effervescenza, nè suol dimetterla che col benefizio del tempo, mieteva le vite di tutti i ceti, e di tutte l’età. Il segretario Navarra, che vuolsi la cagione di questo infortunio, fu dei primi a pagare colla morte il fio della sua imprudenza, avendo finito di vivere ai 31 di luglio, e fu seguito da Giovanni Faxardo uditore generale degli eserciti. Ciò però, che più afflisse la città, fu appunto il vedere lo stesso vicerè attaccato indi a poco dalla stessa pestilenza. La premura di salvare la preziosa vita di [302] questo principe, e il desiderio di allontanare questo flagello dalla città, fe prendere risoluzioni funestissime, che nelle pesti lungi dal calmare il male, sogliono spesso farlo imperversare (1389). Malgrado le sollecitudini della nazione per salvare, trovandosi inutili gli umani mezzi, colla protezione del cielo la vita a questo principe, dovette egli soccombere al comun fato, e ai 3 di agosto nella fresca età di anni trentasei fu rapito dalla pestilenza. La perdita di questo vicerè fu funesta al regno. Ornato di vasti lumi, perito nelle scienze, e nelle arti meccaniche, con una mente elevata, e capace di portare al suo termine i più vasti disegni, gran capitano, ed ammiraglio, umano, disinteressato, e dotato di tutte le virtù, che debbono accompagnare coloro, che sono destinati al governo, dava sicure speranze, se la crudel morte non l’avesse così presto rapito, che avrebbe fatto risorgere l’antico lustro della Sicilia, da cui da molto tempo era decaduta.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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