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      Era oramai tempo, essendo certamente cessato il contagio, ed allontanatosi ogni periglio che si aprisse il commercio interno, ed esterno del regno, e che si pubblicasse la pratica libera di tutte le città di Sicilia, e di tutti i viandanti colla capitale. Fu risoluto, che questa dichiarazione si facesse previo il rendimento di grazie all’Altissimo, e come era vicino il tempo, in cui doveasi celebrare la festa di S. Rosalia, dichiarata la liberatrice, e la principale padrona della città, perciò furono destinati parecchi giorni di feste, che si solennizarono colla più magnifica pompa, e ai 14 di luglio, che era la vigilia del giorno consacrato a questa santa verginella, si fe una solenne processione, a cui intervenne il presidente del regno, il cardinale arcivescovo, il sacro consiglio, il clero secolare, e regolare; arrivata la quale nella cattedrale, fu da più scelti cori di musici cantato il Te Deum in rendimento di grazie al sommo Fattore per aver liberata la capitale, e tutto il regno dalla micidiale pestilenza. La sera si udì il rimbombo delle artiglierie, fu veduta la città illuminata, e girò per le strade la costumata in quella età magnifica cavalcata dei nobili (1415).
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      CAPO XIXFrancesco Fernandez de la Cueva duca di Alburquerque vicerè.
      La corte di Madrid, quantunque avesse approvata la elezione del nuovo marchese di Tavora per presidente del regno, non volle nondimeno lasciare la Sicilia nelle mani di un giovane, che era privo di quella maturità, che sogliono apportar gli anni.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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