La viceregina andò al palagio regio colla sua propria carrozza tirata da sei cavalli bianchi, e assistita da tre dame, che furono la mentovata principessa di Villafiorita, la marchesa di Sortino moglie del pretore, e la marchesa di Giarratana, oltre altre signore che la seguivano, e corteggiavano con altre carrozze (1419).
      Fu il duca di Alburquerque portato a favore della città di Palermo, dove volentieri dimorava, cercando di renderla più cospicua con altri adornamenti, e fabbriche utili. La porta della Doganella al piccolo Molo detto la Cala fu di suo ordine aperta, affinchè più agevolmente potessero entrare le mercatanzie, e di là trasportarsi alla dogana grande. Fu anche sotto il di lui governo eretto lo spazioso edifizio di là del Molo grande, e presso al luogo detto l’Acqua Santa, che chiamasi il Lazzaretto, fatto per comodo di coloro, che vengono da parti sospette, e sono perciò soggetti a stare in contumacia.
      Intanto il re Filippo IV ebbe il piacere di vedersi nascere ai 17 di ottobre 1629 un figliuolo, che portò il nome di Prospero Baldassare Carlo, che gli fe sperare, sebbene indarno, un sicuro erede alla vasta monarchia di Spagna. Arrivato questo felice annunzio in Palermo, il duca di Alburquerque ordinò, che si celebrassero nella capitale e nel regno delle pubbliche feste. Prima di ogni altro in Palermo nel dì 13 di dicembre furono rese le grazie a Dio, cantandosi l’inno ambrosiano, e la solenne messa alla presenza di esso vicerè, della viceregina, del senato, dei magistrati, e della nobiltà. Nel giorno seguente nella sera, dovendosi fare la solita cavalcata, fu veduta la città illuminata a giorno, e i palagi ornati di tapezzerie.