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      Di questo cavaliere scrivono uniformemente i nostri storici (1438), che egli fu prima religioso dell’ordine di S. Agostino, dove fe la sua professione, ed i solenni voti; e che di poi, siccome la nobil sua famiglia andava ad estinguersi, fu dai medesimi sciolto per dispensa pontificia. Ritornato al secolo tolse moglie, e diede cotali saggi dei suoi talenti nella scienza politica, che fu dalla corte impiegato nelle più cospicue cariche. Era egli stato vicerè di Napoli, e per alcune imputazioni fattegli dal duca di Alba suo nemico, era stato richiamato per giustificarsi in Ispagna, dove addimostrò con chiare prove la sua inappuntabile condotta. Ricercava il dovere, ch’ei fosse rimandato al governo di [312] Napoli; ma il duca di Olivares, che volea inalzare a questo viceregnato il conte di Monterey suo parente, fe in modo che il re Cattolico lo destinasse per suo luogotenente in Sicilia (1439).
      Dopo di essersi trattenuto il duca di Alcalà qualche mese a Messina pensò di venire a Palermo, così per far dimora nella capitale, come per rivedere la sua figliuola, che era stata già maritata a Luigi Moncada principe di Paternò, e duca di Montalto. Partitosi adunque da Messina sulla metà di novembre, arrivò ai 18 di esso mese al lido, che vien da noi chiamato l’Aspra presso alla Bacharìa, non lungi più che dieci miglia dalla nostra città. Udito il di lui arrivo, il senato palermitano gli spedì i suoi ambasciadori, che avea prima destinati, per rallegrarsi con esso, e colla viceregina, ch’era seco, del loro prospero viaggio.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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