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      Il duca di Montalto eletto presidente si fece un dovere di seguire le orme del saggio suo suocero. Sempre formidabile a’ ladri, che puniva severamente, rese sicuri i cammini del regno. Fu tale il terrore che costoro ne concepirono, che dovendo egli, come diremo, passare in Messina, presi dallo spavento abbandonarono la nostra isola, e tragittarono nella Calabria. Tenne egli la stessa condotta nel far continuare la collezione delle prammatiche, il di cui secondo volume fu compiuto, e dato alle stampe l’anno 1637, in cui egli governava (1458), e finalmente lo imitò nel procurare gli abbellimenti della capitale, alla qual cosa dovette anche spingerlo l’amor della patria. La fontana eretta presso l’Arsenale, l’altra alla Fieravecchia, la porta di Montalto, così detta dal di lui nome, i nuovi adornamenti della porta Felice, e il nobil fonte adornato di simboliche statue nella strada Colonna furono opere fatte sotto il di lui reggimento, e dal medesimo promosse.
      Entrato nel governo del regno il duca di Montalto fu costretto, suo malgrado, a convocare un parlamento straordinario, per trarre nuovo denaro dalla Sicilia, di cui era cotanto bisognoso il re Cattolico. Non essendosi ancor potuto dal romano pontefice, e dal duca di Toscana Ferdinando II de’ Medici ottenere che le potenze, ch’erano in guerra, dassero luogo alla pacificazione da loro proposta, continuavano i principi ad essere più accaniti, che mai; e la Lombardìa sopratutto era assalita da tutte le parti, e diveniva il sepolcro di tanti illustri campioni.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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