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      Sgomberati quegli artigiani, a’ quali si era unita la facile plebaglia, il Doria montò al regio palagio, e tali ragioni apportò al saggio, e prudente conte di Assumar, che lo persuase a sospendere la esecuzione della prammatica.
      Due altre prammatiche si rappresentano fatte da questo vicerè; una viene mentovata da Niccolò Serpetro (1490) per cui dice che fu vietato l’uso del tabacco, che da poco vi si era introdotto, e che oggi per la bizzarria della moda, e per l’abito, che se n’è fatto, è divenuto l’oggetto delle delizie de’ nostri nasi; ma questo istesso autore ci avverte, che poi questo affare terminò con prefiggersi una tassa pecuniaria a chi volea adoprarlo. L’altra prammatica de’ 28 di aprile 1640 non fu che una rinnovazione di quella, che si era fatta, come si è di già riflettuto, per la deputazione degli stati, ed amministrazione de’ feudi, e territorî de’ baroni, che trovavansi caricati di debiti (1491).
      Stracchi oramai i principi, ch’erano in guerra, delle esorbitanti spese che far doveano, diedero finalmente orecchio alle replicate istanze de’ ministri del papa, che li confortavano a pacificarsi, tenendone sempre vivi i progetti. Il conte di Assumar fu chiamato dalla Sicilia, non si sa appunto a qual fine, ma probabilmente per procurare co’ suoi lumi i mezzi più opportuni, perchè la pace si facesse con onore della monarchìa spagnuola. Precisamente noi non sappiamo dove egli sia andato, e con qual carattere. L’Amico (1492) seguito dall’Auria (1493), e l’Aprile (1494) scrivono ch’egli dovea portarsi prima in Lombardìa, e poi in Alemagna per affari, che riguardavano la bramata pace.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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