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      Arrivò questo nuovo vicerè in Palermo a’ 14 di giugno 1641, e dopo di essersi fermato secondo il costume due giorni fuori di città per dar tempo ai preparativi, fece la solenne entrata a cavallo nel giorno 16 dello stesso mese, accompagnato dal senato, dal sacro consiglio, e dalla nobiltà. La descrizione di questa funzione fu data alle stampe in un libro in foglio, da cui apprendiamo che gli fu eretto dal senato un superbo arco trionfale, per cui passò, e col detto accompagnamento recossi al duomo, dove fè il solito giuramento: presentatasi prima, e lettasi la cedola reale, con cui era destinato a questa carica (1501).
      Fu molto accetto a’ Siciliani questo governante: lo consideravano eglino come un nazionale, essendo uno dei magnati del regno per i vasti stati, che vi possedeva, ch’erano allora compresi nel contado di Modica. Le sue immense ricchezze, nello stato meschino in cui allora trovavasi l’isola, faceano sperare, ch’ei spendendo generosamente, ne avrebbe profusa una buona parte a vantaggio degli operarî, e de’ poveri. Egli è certo ch’ei era un signore ricchissimo; la sola contea di Modica, che tuttavia è uno stato rispettabile, non ostante, che se ne sia alienata una buona parte, è bastante a tenere agiato un barone: quanto dobbiamo noi credere, che fosse più opulenta, e doviziosa allora, quando interamente era da esso posseduta? E pur questa non era che una porzione delle sue rendite, arrivatagli per parte della madre, alla quale se noi aggiungiamo i beni paterni della famiglia Henriquez, e il lucroso impiego di grande almirante, ognun può giudicare come egli fosse traricco.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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